Monetazione del Patriarcato di Aquileia con collegamenti alla casata dei Della Torre di Monza.


La data di inizio del potere temporale dei Patriarchi di Aquileia è databile all’anno 1077, anno in cui Enrico IV Re di Germania e Imperatore del Sacro Romano Impero durante il viaggio di ritorno da Canossa per recarsi in Germania si trovò tutti i passi preclusi, l’unica via rimasta aperta per poter tornare e sedare le rivolte scoppiate in patria durante la sua assenza rimaneva la strada che passava per il Friuli il cui Patriarca Sicardo gli era rimasto fedele. Come ringraziamento di tale atto il 3 Aprile del 1077 il Patriarca fu nominato Duca del Friuli, Marchese D’Istria venendosi così a creare il Principato ecclesiastico di Aquileia, è da tenere comunque presente che nel decreto di nomina non viene menzionato nessun diritto di zecca.

Ma come nasce allora la monetazione Patriarcale?
I primi dati certi risalgono al 1195 da una copia redatta dal notaio Pietro di Meldis in cui si riporta un Diploma nel quale Corrado II detto il Salico Re di Germania e Re D’Italia dal 1026, concede questo diritto al Patriarca Popone (1019-1045), dell’ atto originale non se ne sa nulla e molti studiosi ritengono non sia mai esistito deducendo ciò dal fatto che in nessun diploma Imperiale posteriore, nei quali periodicamente i Patriarchi si facevano riconfermare i loro privilegi, non viene riconfermato il diritto di zecca. L’ unico denaro di Popone, probabilmente come si dice oggi prova di conio, conosciuto al momento è stato rinvenuto nel 1885 in un ripostiglio in Polonia ed è conservato presso il gabinetto numismatico del museo di Berlino. L’autenticità dello stesso non è stata messa in dubbio, al contrario del diploma, anche se in quanto a quanto descritto, la moneta dovrebbe essere vicina alle coniazioni di area Veronese, mentre il ritrovamento è più indirizzato verso un’area tedesca. Non si tratta comunque di un falso moderno. Una ipotesi affascinate a quanto scrive il Bernardi è che la moneta si stata coniata nel momento della stesura del documento apocrifo, e a sostegno di ciò nell’esame epigrafico comparato della moneta e dei sigilli di Volchero esistono le stesse forme di abbreviazione e la sovrapposizione della lettera V sulla O.


Dopo questa prima coniazione le nuove monete compaiono solo verso la seconda metà del dodicesimo secolo e sono chiaramente influenzate dalle grezze monete della zecca di Friesach, coniate per monetizzare l’argento trovato nelle vicine miniere, con un sistema poderale per un breve periodo legato al Marco Tedesco pari 231.048 grammi per poi passare al Marco Veneziano più pesante pari a 238,3437 grammi. La monetazione circolante di Aquileia comprende in linea di massima due tagli: il Denaro di circa 1,2 gr. con 900/000 di argento nei primi periodi per poi ridursi negli ultimi anni 0,6 0,7 grammi con circa 500/000 di argento ed il Piccolo del peso di circa 0,30 grammi con minime parti di argento che era la quattordicesima parte del denaro, mentre solo durante il regno di Bertrando sono stati coniati il doppio denaro e il mezzo denaro. È da tenere presente che il Denaro nella monetazione aquileiese durata per circa due secoli e mezzo può essere considerato quasi una moneta di ostentazione causa i bassi numeri di coniazione e come un affare privato del Patriarca da cui si vuole trarre un guadagno. Il Piccolo, moneta circolante tra il popolo, chiamato anche veronese data la grande diffusione nel territorio di piccoli veronesi, a corso forzoso ancora più del denaro, era battuto in grandi quantità e pertanto il signoraggio derivato dalla coniatura era un affare lucrosissimo.

Al giorno d’oggi potrebbe si potrebbe considerare ciò non reale in quanto il rinvenimento del Piccolo è assai raro ma questo si spiega con il fatto che la moneta più preziosa veniva tesaurizzata mentre quella di meno valore era facilmente distrutta o persa. Abbiamo parlato di monete circolanti, ma all’interno del Principato esistevano anche le cosiddette monete di conto utilizzate per le transazioni di maggior importo le quali si possono suddividere in:

1 Marca di denari = 4 fertoni = 8 lire di denari = 160 denari = 2240 piccoli
1 fertone = 2 lire di denari = 40 denari = 560 piccoli
1 lira di denari = 20 denari = 280 piccoli
1 denaro = 14 piccoli.

Altra stranissima unità di conto era la “marca ad usum curiae” che non indicava un importo ma una rendita con la quale si conteggiavano le entrate ed uscite di un possedimento. L’ unità di misura era costituita inizialmente da 20 lire di 8 denari ciascuna, successivamente poi a causa di svalutazioni le monete cambiarono di valore ma per probabili ragioni contabili (un pollo rimaneva sempre un pollo) le rendite mantennero la primitiva unità di conto basato su un valore, di merci e denaro, databile attorno alla metà del XII secolo, tale sistema rimase in uso fino secolo XV.


Dopo una prima contestualizzazione, parliamo dell’influenza dei Della Torre o Torriani di cui si ricordano ben quattro Patriarchi durante il primo periodo della patria del Friuli, essi furono in ordine di regno: Raimondo (1273-1299), Cassone o Gastone (1316-1318), Pagano (1319-1332) e Ludovico (1359-1365).

Raimondo nato verso il 1230 figlio di Pagano signore in Milano nel 1251 divenne arciprete di Monza, nel 1262 fu nominato vescovo a Como al posto di quello ambrosiano a cui la famiglia ambiva e invece conferito alla fazione politica avversa dei Visconti. La sua intensa attività politica i Lombardia come capo della parte guelfa in nord Italia e buoni appoggi presso la curia papale fece si che il papa Gregorio X il 21 dicembre 1273 lo nominò Patriarca d’Aquileia, nel febbraio del 1274 ricevette il pallio ma solo ad agosto dello stesso anno si insediò a capo di uno splendido corteo con più di ottocento cavalieri. Muore a Udine vecchio stanco e malato il 23 febbraio 1299 e viene sepolto nella Basilica di Aquileia nella cappella da lui stesso fatta costruire.
La monetazione di Raimondo comprende denari e piccoli e dalle cronache dell’epoca risulta che cambiò per quattro volte moneta e precisamente nel 1274, 1277, 1287 e 1291, peso medio* da 1.02 a 1.10 grammi titolo legale 0.820.
Due piccoli non databili con precisione: uno con torre l’altro con bastoni gigliati o decussati, peso medio 0.27 grammi, titolo basso.


5 novembre 1274: nuovo denaro con torre


7 marzo 1277: denaro con Beata Vergine


8 maggio 1281/87: denaro con bastoni gigliati o decussati


10 marzo 1281/87: denaro con torri e chiavi


Cassone o Gastone, ignoti la data e il luogo di nascita, nel 1277 lascia la Lombardia a causa della sconfitta di Desio e si rifugia in Friuli dove grazie al prozio Raimondo ottiene fra le altre la cattedra di canonico in Aquileia. Nel 1302 rientra a Milano dopo la cacciata dei Visconti e diventa canonico della cattedrale, nel 1308 viene eletto dai confratelli arcivescovo, l’anno successivo entra in conflitto con il parente Guido capitano del popolo e viene cacciato. Nel 1316 si trova presso la sede papale di Avignone dove il pontefice Giovanni XXII grazie anche alla rinuncia della cattedra arcivescovile di Milano, il 31/12/1316 il papa lo nomina Patriarca. Non potendo raggiungere Aquileia nomina il fratello Moschino luogotenente ma mentre nel 1318 si sta recando da Napoli verso il Friuli per l’investitura nei pressi di Firenze cade da cavallo e muore, viene sepolto nella chiesa Santa Croce dopo funerali solenni.
Non si conoscono monete di questo Patriarca.


Pagano, nasce in Lombardia sicuramente nella seconda metà del 13° secolo e anche lui come la maggior parte dei suoi parenti si trasferì in Friuli dopo che lo zio Napoleone perse la signoria di Milano. Nel 1290 lo troviamo come tesoriere del potente capitolo della basica aquileiese e nel 1296 decano. Morti Raimondo nel 1299 ed il successore Pietro Gera nel 1301 il capitolo lo elesse quasi all’unanimità Patriarca, ma il papa Bonifacio VIII non la confermò e nominò Ottobono de Razzi e nominò il Della Torre vescovo di Padova. Nel 1318 alla morte di Cassone fu incaricato di recarsi presso Aquileia come vicario ed un anno dopo il papa Giovanni XXII lo elesse patriarca. Il periodo patriarcale del Della Torre si rivelò sempre travagliato dall’ insufficienza delle finanze causa anche debiti contratti con la Curia Avignonese per la concessione del beneficio, morì nel 1332 a Udine e fu sepolto ad Aquileia nella cappella di famiglia all’interno della Basilica.
Di questo patriarca si conosce solo un tipo di disegno una torre raggruppabile in più varianti di cui nelle più recenti la porta è chiusa da un chiavistello di non chiara interpretazione, con peso medio* da 1.00 a 1.04 grammi e dal 1330 con peso legale 1.10 grammi e titolo legale 0.724.
Piccoli ne troviamo di tre tipi: con torre ed aquila, con bastoni e torre, con mitria e aquila, peso medio 0.20 grammi e peso legale dal 1330 0.32 grammi, titolo legale 0.156.


Patriarca barbuto con torre su bastoni e stelle


Patriarca barbuto con torre su bastoni


Ludovico nasce in Friuli fra il penultimo e l’ultimo decennio del XIII secolo, e le prime notizie si hanno dal 1315 come canonico e dal 1331 come tesoriere della chiesa di Aquileia, nel 1346 divenne vescovo di Trieste e negli anni successivi fu anche vescovo di Olone e Coreno in Grecia. Nel 1358 si trova presso la curia pontificia di Avignone quando si rende libera per la morte di Nicolò di Lussemburgo la sede Patriarcale di Aquileia il più ricco beneficio d’Italia. Grazie al prestigio acquisito, l’età, agli appoggi familiari e la fedeltà al papato, papa Innocenzo VI il 10 maggio 1359 lo elesse patriarca, il 5 settembre dello stesso anno come da tradizione al suono delle campane al seguito di una croce e a cavallo di una mula bianca entrò in Aquileia sede del potere spirituale ed il 25 alla riunione del parlamento a Cividale sede del potere temporale entrava a cavallo di un destriero, muore il 30 luglio 1365 e viene sepolto nella cappella di famiglia all’ interno della basilica di Aquileia . Del breve periodo di regno del Della Torre si conoscono due tipi monetali di denari databili nel 1359 e nel 1363, il primo con scettri e aquila mentre il secondo con santo e torre; al momento di piccoli non ci sono evidenze. Le due monete hanno un peso medio che varia da circa 0.77 a 0.79 grammi con peso legale sia nel 1359 che nel 1963 di 0.96 grammi e un titolo legale per entrambe la date di 0,573.

Denaro con scettri e aquila

Denaro con santo e torre

* = per peso medio si intende il peso delle monete attualmente collezionate il quale è inferiore al peso legale, in quanto parte del rame in esso contenuto con il passare dei secoli si è perduto.

Doriano Longo

Bibliografia:

  • MONETAZIONE DEL PATRIARCATO DI AQUILEIA di Giulio Bernardi
  • DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI FRIULANI di Flavia De Vitt
  • DIZIONARIO BIOGRAFICO DEGLI ITALIANI di Sonia Pellizzer
  • CONTRIBUTI DI STORIA MONETARIA DELLE REGIONI ADRIATICHE SETTENTRIONALI di Andrea Saccocci
MarcoMonete Patriarcato Aquileia Della Torre