I denari di Roma
Collezionare i denari d’argento di Roma è impresa gratificante e non tanto dispendiosa, può dare sia una grande soddisfazione personale sia rappresentare un buon investimento.
Gli esemplari in commercio sono moltissimi ma con una buona guida e iniziando da una precisa tematica (una moneta per imperatore o per console, una moneta per ogni Gens) si può creare una collezione molto gratificante, anche come investimento. Ci si immerge nel fascino della storia col ricordo degli imperatori studiati sui banchi di scuola: come resistere all’attrazione di nomi quali Giulio Cesare, Augusto, Nerone o persino Traiano e Marco Aurelio ?
Qui cercheremo di spiegare quali sono i denari più comuni in circolazione e come cominciare a raccoglierli. Una guida a chi volesse iniziarne, con cognizione di causa, la raccolta. Il vantaggio di investire in denari romani è di avere una collezione sempre vendibile in qualsiasi mercato del mondo, dato che le monete antiche sono collezionate in moltissimi stati, a differenza delle monete del Regno, le quali sono svalutate fuori dall’ Italia.
E’ un collezionismo “affascinante e colto”, il quale conserva e tramanda le tradizioni italiche: si pensi al denario con la Venere Caprotina al dritto e fanciulla e dragone al retro.
Roma batte i suoi primi denari tra il 269 e il 268 a.C., come testimoniano Plinio, Varrone e Livio; sarà la vera unità del sistema monetario repubblicano, si basa sulla libbra romana di grammi 327 di cui il denario è 1/72 ovvero circa 4,5 grammi , e ha il valore di 10 assi (ovvero 10 libbre di bronzo) rappresentato dal segno X (non su tutti vero?).
Il titolo non sarà mai abbassato durante la repubblica.
Il monetiere era il magistrato responsabile della zecca o per meglio dire dell’officina monetaria (corretto?).
Gli studiosi che collocavano i primi denari circa al 269 a.C sono anzitutto Th. Mommsen, e poi tutta la scuola italiana, fra cui Lorenzina Cesano, Panvini Rosati, e Stazio. C’è una scuola inglese “ribassista” che li posiziona addirittura verso il 180 a.C. (E. Robinson e H. Mattingly). Lo studio più accettato oggi è quello di Michael Crawford, il quale, anche se inglese, colloca l’inizio al 213-212 a.C. durante la seconda Guerra Punica, e in seguito nacque una mediazione di compromesso tra le altre correnti con la proposta una datazione intermedia: il 217 a.C.
Sono bellissimi quelli repubblicani, soprattutto quelli delle Gentes che trattano gli episodi, anche se fantastici, della vita dei loro precursori.
La monetazione argentea repubblicana si divide in tre periodi
Il secondo periodo va dal 217 al 144 a.C. ed è caratterizzato dalla presenza di una biga o quadriga al galoppo sul rovescio, per cui assumono il nome di denari bigati o quadrigati mentre al dritto vi è costantemente la testa della dea Roma. Il peso è abbassato a 3,90 grammi, ovvero 1/84 di libbra con la “Lex Flaminia”.
Il terzo periodo inizia nel 144 a.C. e continua sino alla caduta della repubblica romana, presenta una enorme varietà di tipi sia al dritto sia al rovescio. Le stesse tipologie viste sul denaro si ripetono sul quinario e sul sesterzio, tranne ovviamente il segno del valore corrispondente.
*Cecilio Metello e la prima immagina di un elefante sul suo denario.
*Fabio Adriano, Vittoria su biga e un fenicottero a lato.
Verso l’anno 143 a.C. si ebbe un cambiamento del valore del denaro: si portò infatti al valore di 16 assi quindi con un segno di XVI per indicarne il valore.
Si può dire “il denario segue le legioni”: i territori conquistati da Roma erano via via integrati nel sistema monetario romano.
Giulio Cesare: molti esemplari ma molto ricercati e costosi, famoso quello con l’elefante a rappresentare la conquista della Gallia. Con Cesare il Senato autorizza una grande innovazione ovvero sulle monete compare il ritratto di un personaggio vivente.
Altri famosi sono il denario di Bruto e Alhala, quello di Hostilius Saserna con la testa della Gallia; dello stesso periodo quello della Plautia con la testa della Gorgona.
Denari imperiali
I denari imperiali hanno la rarità e il valore dipendente dagli Imperatori; alcuni batterono numerosi esemplari altri sono molto rari e non solo per la breve durata del regno. Si parla in generale, poi di tutti gli imperatori esistono denari rari.
Al tempo di Augusto il denario rappresentava la paga giornaliera di un legionaro e queste retribuzioni erano un modo per fare entrare le monete nel circuito economico dell’impero romano.
A volte erano coniate “sul campo” dopo le vittorie sui nemici, col loro stesso argento: i denari legionari, appunto, battuti dalle officine monetarie legionarie.
DINASTIA GIULIO CLAUDII
Augusto: larga coniazione, comune il tipo coi nipoti Tiberio e Gaio; il più famoso e ricercato è quello con il coccodrillo e la palma e la scritta AEGYPTO CAPTA per celebrare la vittoria di Azio e la conseguente conquista dell’Egitto: vale migliaia di Euro!!
E ancora altri con la cometa, il toro cozzante, la colonna rostrata, gli alberelli di alloro, lo scudo (Clipeus Virtutis), ecc…
Tiberio: larga coniazione e riforma monetaria, famoso quello con la madre Livia seduta
Caligola: breve regno e pezzi molto rari poiché ne erano stati coniati molti in precedenza; costi molto elevati, centinaia di euro
Claudio: pezzi molto rari poiché ne erano stati coniati molti in precedenza; costi molto elevati, centinaia di euro
Nerone: rari e molto ricercati, dato che il nome di questo imperatore è molto ricercato; famoso e comune quello Salus + Iupite custos
Otone rari pezzi, Galba denari abbastanza comuni, Vitellio poco comuni; costano parecchio ma si trovano ogni tanto
DINASTIA FLAVII
Vespasiano: comune, esiste quello che raffigura i suoi due figli, entrambi imperatori in seguito; molti tipi coniati , oltre 25 —-> Efeso
Tito: breve regno pochi esemplari, trovabili con quasi la stessa difficoltà di Nerone
Domiziano: comune, molti tipi con Minerva
Nerva: meno comune
Traiano: comuni, come la tipologia con Acqua Traiana
DINASTIA ANTONINI
Adriano: comune quanto Traiano con più tipologia: Egyptus, Hispania…
Antonino Pio: comune, molti noti col figlio e con la madre Faustina oppure il Pavone dedicato alla defunta moglie
Marco Aurelio: comune, molte tipologie, anche con la figlia Giustina; particolari i suoi denari dedicati alle Legioni
Commodo: comuni, ma rari con la moglie Crispina
Elvio Pertinace: rarissimi, solo un anno di regno
Didio Giuliano: rarissimi, solo un anno di regno
DINASTIA SEVERI
Settimio Severo: comuni, importante quello per commemorare la “Vittoria sui Parti”
Caracalla: comuni e con molte tipologie, quali quelli con Geta Augusta
Macrino: solo un anno di regno ma una copiosa produzione per dimostrare la ricchezza rinata
Eliogabalo: comuni, contemporanei ai primi Antoniniani
Alessandro Severo: comuni
Un semplice ma utile schema da riempire… di monete reali!
Sui denari troviamo di tutto: personaggi della tradizione mitologica (Numa Pompilio, Anco Marzio, Tarpeia…), della vita politica romana (Scipione l’Africano, Catone l’Uticense…), personaggi storici di altri paesi con cui Roma era venuta in contatto come Vercingetorige, avvenimenti storici, monumenti, scene di vita vissuta quali duelli o sacrifici… per non parlare delle acconciature femminili!
Si ringraziano per la collaborazione:
Desireè e Matthias – Appunti del corso di Numismatica dell’Università di Udine
Gianfranco Pittini – Circolo Numismatico di Milano
Gianluigi Lamperi – Circolo Numismatico Bergamasco
Mirko Romano – Tinia Numismatica
Bibliografia
– Michael H. Crawford – “Roman Republican Coinage” – Cambridge University Press 1974
– Varesi – “Denari Romani Repubblicani”
– RIC = Roman Imperial Coins (10 volumi)
– Sear M – ” Denari romani imperiali ” oppure M Soll – “Coins of Roman Empire”